GLI INTERLOCUTORI “GIUSTI”

Maggio 2023

Questo è un periodo di grandi riflessioni e confronti con alcuni amici panari che mi portano spesso a riconsiderare o a maturare idee su alcuni aspetti del lavoro e non solo. In particolare con l’amico Damiano Visentin di Anticamente Lab, proprio in questi giorni ci si raccontava delle rispettive esperienze nel presentare i nostri pani alle attività che li vorrebbero inserire a tavola. Il punto di vista di Damiano è spesso illuminante perchè pone sotto luce differente aspetti che caratterizzano il lavoro di quasi tutti quelli che hanno qualcosa da “vendere” ossia il proporre il risultato delle proprie fatiche ma anche delle proprie idee. Anche se siamo consapevoli che proporre un pane fatto di grani antichi con una pasta madre viva, farciti di entusiasmi circa il modo in cui i grani stessi vengano coltivati e il perchè, non sia argomento della routine giornaliera di nessuno, men che meno dei ristoratori o dei proprietari di pizzerie, caffetterie e cocktail bar. Insomma, che stiamo pedalando contro il vento che tira là fuori lo sappiamo già ma questo non ci preclude il fatto di doverci comunque confrontare col mondo che ci circonda e onestamente siamo anche ben contenti di farlo perchè del mondo in cui viviamo abbiamo ancora e sempre voglia di capire meglio e di capire di più. Da questo confronto quindi nasce a volte anche uno scontro, che avviene più spesso dentro di noi e che si verifica quando non riusciamo a comprendere come mai a fronte di parole come “E’ un gran prodotto” – “Riconosciamo che questo pane sarebbe un valore aggiunto nel nostro menu” – “E’ obiettivamente proprio differente da quello che si trova in giro”, alla fine in tasca ci rimane solo il finale di frase che inizia con una parola: PERO’… Di quello che segue a quella parola possiamo saltare la parte perchè diventerebbe noioso ma non solo; da quella parola nascono anche i nostri pensieri. Capita molto di rado di non sentire ancora oggi un moto di nervosismo nello stomaco quando ascoltiamo le argomentazioni del PERO’, ma ci rendiamo anche conto che infine hanno proprio ragione loro. E’ vero. E’ un pane talmente differente che non può andare sempre in giro ovunque, nonostante la sua gran voglia di vedere tutte le tavole del mondo e di diventare il pane di ogni quotidianità. Insomma, è un pane che forse ha solo bisogno per ora degli interlocutori giusti. Questo non significa avere bisogno di una piccola ennesima nicchia dove nascondersi e compiacersi nella “comprensione” di pochi, significa iniziare; iniziare per bene la strada che porti verso le tavole di ogni quotidianità. Credo che ci sarà ancora tanto da camminare e tanti momenti dove il nervosismo solleticherà lo stomaco e dove invece si riderà di gusto. Sarà ancora una volta questione di atteggiamento. Io personalmente quando c’è da camminare cammino e la salita mi fa venire voglia di accelerare e forse posso dirlo solo perchè ci sono buoni compagni di gamba che quando lo zaino diventa pesante o quando ho bisogno di dare il morso giusto al pane sono lì nei dintorni, oppure posso dirlo perchè quello che conta davvero non è tanto tirare la riga a fine mese e vedere quanto sono stata brava o non brava a far quadrare il bilancio (che se fosse per quello non so se potrei ritenermi promossa), ma inseguire un desiderio: quello di vedere un pane buono davvero diventare un pane buono “oggettivamente” davvero e per tutti e non perchè sia migliore degli altri ma perchè avrà difeso tutto quello in cui credo: buoni pensieri che supportano le buone pratiche che fanno bene a me perchè fanno bene alla Madre (quella con cui impasto e quella che mi circonda in tutto e per tutto detto anche Madre Terra), E’ una Rivoluzione? Prima di tutto credo che sia un atto di resistenza contro le correnti che ci sballottano di qui e di là su una superficie dove spesso si galleggia senza riuscire ad arrivare al cuore delle cose; il punto però è che si può perchè gli strumenti non mancano; non più. Quindi poche scuse, è ora di “andare”, di partire per destinazioni di senso che prevedono scelte (alcune senza troppe vie di fuga). Come direbbe l’amico Damiano Visentin: dai andemo, vegneme drio.

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